#BCM23 DIARIO DI BORDO - 16 novembre

16/11/2023

Sono come tu mi vuoi

L’incontro con la scrittrice Olga Campofreda mi colpisce per una serie di motivi: prima di tutto mi sento fiera di avere come moderatori miei compagni di università e coetanei, Valentina Benassi e Francesco Cagnoni, che riescono a condurre un botta e risposta interessante e professionale, comprensibile anche a chi non ha letto il libro che Campofreda presenta. In secondo luogo la trama mi ricorda particolarmente una situazione comune a tante ragazze fuori sede, inclusa me. La protagonista, Clara, è fuggita dalla sua provincia natale, Caserta, per trovare a Londra un posto dove poter essere finalmente se stessa, libera dai pregiudizi e dalle costrizioni che la vita di paese e la società le impongono in quanto donna. Nonostante questo posto non risulti capace di soddisfare completamente il suo desiderio di indipendenza, le permette di ottenere una solitudine “positiva” che le rende chiaro, una volta per tutte, gli aspetti negativi e positivi delle sue origini. È infatti tramite questa solitudine che riesce a guardare da lontano la strada che era stata indicata, a lei come a molte altre ragazze, dalla famiglia e dalla società, riconoscendone confini e limiti. È tramite questa indipendenza che si rende conto di bastarsi, di essere abbastanza e di liberarsi da quel bisogno di urlare agli altri ‘sono come tu mi vuoi!’. La necessità di piacere agli altri, di essere ben viste, di accontentare una società che ci vuole “ragazze per bene” è quasi opprimente per la protagonista e per le sue compagne. E questa sensazione, che vorremmo fosse solo un espediente narrativo, è presente in ciascuna di noi. Il desiderio di liberarsi dagli occhi del mondo e di sparire tra altre mille persone è qualcosa che accomuna le ragazze di provincia, inclusa me. Nonostante mi manchi ciò che conosco meglio e che costituisce la mia zona di comfort, mi rendo conto di sentirmi, in un posto come Milano (la Londra italiana), libera dalle imposizioni della vita di provincia e finalmente capace di volere bene a me stessa senza ricercare il bene degli altri. Ed è qui che finalmente non mi sento più una ragazza per bene, ma solo una ragazza, indipendente e libera. È qui che non ho bisogno di provare al resto del mondo di essere come vuole, ma di essere come io mi voglio.

                                        Vanessa Cecchi

Tra arte e parole

Come studentessa di lettere ho sempre ritenuto che le parole possedessero il potere di toccare le anime. Allo stesso tempo sono sempre stata consapevole che a volte la parola è impotente, perché non esprimerà mai completamente ciò che si ha dentro e ciò che si vuole dire. Credo che unire forme visive e scritte possa risultare molto impattante. Perciò ho dedicato il mio primo giorno a BookCity Milano 2023 all’unione di arte e letteratura. A NABA ho assistito al dibattito riguardante la pubblicazione del libro “Femminismo contro. Pratiche artistiche e cartografiche di genere”, un argomento importante e soprattutto attuale. La presentazione del libro è stata accompagnata da una performance e da un reading-gruop. Questi hanno avuto la capacità di far riflettere su quanto ancora oggi ci siano storie che vengono dimenticate e sopresse a cui invece bisogna dar voce in un mondo in cui il femminismo è diventato “glamour”, come è stato definito dalla curatrice del libro. Sono rimasta molto colpita dal modo esplicito con cui l’argomento è stato affrontato, cosa che mi ha fatto riflettere su quali risultati si potrebbero ottenere se queste manifestazioni fossero ampliate veramente su scala globale e non si limitassero a determinate località. Ho proseguito recandomi allo Spazio Mantegna per assistere all’esposizione “Quando un libro è espressione d’arte”, dedicato al centenario di Italo Calvino. È stata messa in mostra una visione di libro come opera d’arte in dialogo con più discipline, la domanda che è stata posta come filo conduttore è stata: “Questi libri sono una raffigurazione di ciò che ha scritto l’autore o sono l’interpretazione che gli artisti fanno della sua opera?”. Effettivamente sono rimasta molto colpita dalla diversità delle rappresentazioni e dall’utilizzo di materiali. Parole, poesie, estratti di testi non erano solo su semplice carta, ma anche su tessuti, corteccia, stampe o gesso. Le parole sono persuasive, l’arte è bellezza, il loro binomio crea la capacità di avviluppare curiosità e conoscenza.

                                        Eleonora Cirillo

Tutto è arte

Lodiamo la resistenza sfidando i tentativi del colonialismo di spartirsi la terra e il popolo Fin da subito appena sono entrata nell’aula in cui si è tenuta la conferenza sul “femminismo contro” presso l’università Naba di Milano, la mia attenzione è stata catturata da un cartellone appeso con la citazione sopra riportata: il concetto di femminismo ha toccato il ruolo della donna nella società per diversi anni e ha coinvolto moltissime di loro di qualsisia età. Il titolo del libro mette in luce una duplice ripetizione quasi come per marcare il concetto: la parola femminismo che è già una lotta per i proprio diritti e la parola contro che sottolinea l’unione di più persone unite per un pensiero comune o, meglio dire, per una lotta comune. Finito l’evento il mio cervello non riusciva a smettere di elaborare e di pensare a ciò che aveva appena sentito e vissuto, perché sì, questo evento mi ha permesso di utilizzare due dei miei sensi, l’udito e la vista, attraverso rappresentazioni grafiche e fotografie. Mentre mi dirigo verso la metro per andare a seguire un altro evento non posso che chiedermi: se non ci fossero state tutte quelle donne che prima di noi, come generazione, hanno combattuto per i nostri diritti, noi oggi, avremmo avuto voce in capitolo? Oppure, tutti quegli aspetti che per noi a oggi sono scontati non lo sarebbero stati? Forse la risposta a queste domande è già viva nel mio quotidiano, io sono una ragazza che nel mio piccolo, studia, si apra a nuove esperienze, perché se c’è la voglia di cambiare e migliorare, forse un giorno la parola femminismo, che in un certo senso limita e categorizza le donne, si potrà cancellare.

La bellezza dell’arte è che ti permette di entrare in contatto con tutti i tuoi sensi corporei. Sono appena arrivata all’evento successivo da me scelto, a Spazio Mantegna, Quando un libro è espressione d’arte. Già il titolo dell’evento suggerisce quello che poi mi sono trovata davanti, un’atmosfera a dir poco travolgente: numerose opere d’arte realizzate ognuna da un artista diverso con il solo tema comune del libro Le Città Invisibili di Italo Calvino. È stato affascinante vedere come menti diverse riescano ad avere punti differenti su uno stesso argomento e come le loro esperienze di vita le portino a esprimersi con arti appartenente simili ma nel profondo diverse. Dopo questa mostra mi sento di dire che se ti perdi nella poesia e nell’arte il tempo sembra non scandirsi più.

                                        Martina Gianoli